Il biotrituratore è lo strumento ideale per smaltire i residui organici e creare concime organico e naturale. Leggi la nostra guida e noleggia oggi il tuo biotrituratore!
Vorresti smaltire i residui organici e pensi che un biotrituratore potrebbe essere la soluzione adatta? Stai cercando un articolo completo che ti spieghi per filo e per segno ogni sua funzionalità prima di prendere una decisione? Fortunatamente sei capitato qui!
Il nostro team di esperti ha già svolto il lavoro al posto tuo, ricercando e selezionando tutte le informazioni più importanti sul biotrituratore.
Insieme scopriremo perché questo macchinario è la scelta corretta e come è possibile utilizzarlo per pulire le aree verdi ed eliminare ogni tipo di scarto vegetale. Non solo non dovrai più preoccuparti dello smaltimento, ma avrai finalmente un metodo efficace con cui creare del concime naturale.
Questo attrezzo per il giardino è infatti in grado di sminuzzare o di tagliare i rami, le foglie, i detriti verdi e persino i tronchi degli alberi. Oltre a ottimizzare lo spazio, trasformando in cippato ogni parte vegetale rimossa durante la potatura, il biotrituratore riduce di molto il tempo e la fatica, risparmiandoti un viaggio verso le apposite isole ecologiche e i soldi spesi per il concime. Pronto a scoprire tutto quello che c’è da sapere su una delle macchine per giardino più usate in assoluto? Continua a leggere!
Che cos’è un biotrituratore?
Il biotrituratore, conosciuto anche come “trincia-rami”, è un macchinario moderno in grado di trasformare le ramaglie in parti più piccole facili da trasportare o da smaltire. Uno dei suoi vantaggi maggiore è la capacità di sminuzzare velocemente ogni residuo derivante dai lavori di manutenzione ordinaria o straordinaria del giardino o dell’orto.
Si tratta di un ottimo alleato per la creazione di concime, e uno dei pochi attrezzi giardinaggio che può essere usato efficacemente sia dal professionista che dall’amante del fai da te. Il biotrituratore può essere utilizzato per triturare arbusti, rami e qualsiasi tipologia di scarto semilegnoso. I modelli disponibili in commercio si differenziano per potenza e il diametro massimo che può essere inserito nell’imbuto.
A cosa serve?
Questo attrezzo per il giardinaggio è indispensabile per ogni piccolo agricoltore, appassionato di orto o per chi detiene il cosiddetto “pollice verde”. Siamo ormai lontani dai tempi in cui si poteva semplicemente bruciare i residui organici, non solo perché si tratta di una pratica altamente inquinante, ma anche perché estremamente rischiosa.
I numerosi incendi causati da soggetti inesperti hanno costretto il legislatore a imporre numerose sanzioni civili e penali a chi non smaltisce i rifiuti organici nel modo indicato per legge, ovvero: portandoli nelle apposite discariche. Se però hai grandi quantitativi di ramaglie da trasportare o da smaltire, e non vuoi più perdere tempo con i viaggi fino all’isola ecologia, la soluzione è sicuramente un biotrituratore.
Grazie all’ampia varietà di dimensioni e potenze, questi macchinari sono in grado di soddisfare le esigenze di tutti, aiutando a ridurre di molto il tempo necessario per completare il lavoro e i costi di gestione e di trasporto degli scarti.
Come funziona un biotrituratore: le sue parti essenziali
L’aspetto esteriore di un qualsiasi biotrituratore, fa intuire anche ai più inesperti quale sia il suo funzionamento. Infatti, ci sono due aperture: una in alto, dove viene immesso il materiale da sminuzzare, e un’altra in basso dalla quale fuoriescono tutti i residui vegetali finemente tagliuzzati. Le parti essenziali di questo macchinario sono tre:
- Motore: è il cuore vero e proprio dell’attrezzo, che collegato a un dispositivo ruotante è in grado di far muovere le lame affilate. Solitamente fissato a un piano in lamiera, il motore può essere di varie tipologie, a seconda del tipo di alimentazione che viene utilizzato.
- Camera di triturazione: è la zona in cui si trova il sistema rotante appena menzionato e la parte in cui i residui legnosi entrano in contatto con i coltelli rotanti. La forza della spinta e il moto delle lame, fa si che quel che rimane dei rami o dei tronchi, venga spinto verso l’uscita fissata in basso.
- Tramoggia: è l’apertura posizionata in alto, attraverso la quale vengono immessi nell’apparecchio tutti gli scarti che devono essere sminuzzati. Si tratta anche della componente che permette all’operatore d’indirizzare quel che resta della potatura verso la camera di triturazione.
Come ottenere il compost
Una volta completato il procedimento di triturazione effettuato dal tuo macchinario, otterrai un prodotto finale che però dev’essere messo in condizione di diventare compost. Hai capito bene, il prodotto che fuoriesce dal biotrituratore ha bisogno di almeno 10 mesi nella compostiera prima di acquisire la struttura chimica necessaria per fornire nutrimento alle piante.
In alternativa, può essere distribuito uniformemente sulla superficie del tuo giardino od orto, per creare uno strato protettivo contro qualsiasi imprevisto climatico. Questo tipo di pacciamatura organica bloccherà l’erosione in caso di forte pioggia e sarà un ottimo isolante regolatore in caso di gelo estremo o clima troppo caldo.
Le diverse tipologie di biotrituratori
Per essere certo di scegliere il modello adatto al tipo di lavoro che devi svolgere, la prima distinzione da fare è in base al tipo di motore che essi montano e all’alimentazione utilizzata. Esaminiamo attentamente le tre diverse tipologie:
Biotrituratore con motore a scoppio
Sono i macchinari utilizzati principalmente dai professionisti, poiché dotati di una struttura realizzata in acciaio, più resistente e adatta a svolgere i lavori più impegnativi. Questi biotrituratori possono sminuzzare residui con diametro maggiore e in quantità superiori rispetto agli altri modelli che tratteremo.
In più, possono essere utilizzati ovunque, anche sui campi o nei boschi, hanno una maggiore autonomia e possono essere alimentati a benzina o diesel. Esistono però anche dei cippatori hobbistici, con struttura più leggera e tramoggia più piccola, da usare nei giardini od orti di dimensioni ridotte. Quel che è certo è che queste tipologie di macchinari si distinguono per la potenza, la solidità, ma anche per l’eccessivo rumore emesso.
Il motore elettrico
Chi invece desidera un prodotto più silenzioso e con un costo di gestione più contenuto, non potrà fare a meno di puntare su un modello elettrico. Si tratta dei biotrituratori preferiti dai giardinieri e dagli amanti del fai da te, poiché basta una prolunga e una presa da 3Kw per farlo funzionare. Essi sono leggeri, con struttura in plastica e dotati di ruote che rende qualsiasi tipologia di spostamento molto più semplice e immediata.
I modelli elettrici per un utilizzo hobbistico possono essere a scarico libero o con cesto di raccolta, che pur non influenzando l’autonomia e il buon funzionamento della macchina, potrebbe essere un accessorio comodo da non sottovalutare.
I modelli da attaccare a un trattore
Sono i biotrituratore usati dalle imprese agricole, poiché dotati di un’autonomia, capacità di taglio e potenza quasi illimitata. A differenza degli altri modelli, questi possono triturare qualsiasi tipologia di scarto, partendo dalle foglie e i rami e arrivando fino ai tronchi con diametro di 15 cm. Uno dei punti forza di questo attrezzo agricolo è proprio questo, ma che va poi sommato all’ampia mobilità garantita.
Le dimensioni di questo biotrituratore, il peso e la sua capacità di svolgere anche i lavori più pesanti lo rendono uno strumento sicuramente inadatto a un utilizzo domestico. Ancor di più, la quantità di rumore emessa e la necessità di essere attaccato a un trattore, ristringe di molto anche la cerchi di professionisti che puntano su questo modello.
Le diverse tipologie di sistemi da taglio
Un buon biotrituratore non potrebbe mai funzionare senza un adeguato sistema da taglio. A tal proposito è bene sapere che ne esistono 3 tipologie diverse, che influenzano direttamente la qualità del taglio e le dimensioni massime da supportare. Ecco quali sono:
Il sistema da taglio a disco con lame
Si tratta di un disco realizzato in acciaio, su cui sono montate almeno 2 lame affilatissime. Si tratta del sistema tipico dei biotrituratori più comuni, che sono in grado di sminuzzare efficacemente pezzi di legno con un grado di affinamento rientrante tra i 3 e i 5 centimetri. Compatibile sia con i modelli a scoppio, che con quelli trainati da un trattore, questa tipologia di disco può essere montata su macchine di diverse tipologie.
Il disco con lame e martelli
Ci sono dei modelli, il cui sistema da taglio a disco, include anche dei martelli flottanti oltre alle tipiche lame. Si tratta dell’evoluzione naturale del modello appena descritto, che ha perfezionato il procedimento, rendendolo più efficace e improntato su una doppia lavorazione. Infatti, dopo una prima triturazione effettuata dalle lame, si passa a un secondo sminuzzamento fatto dai martelli che trasformano i materiali lavorati in un vero e proprio centrifugato.
Il sistema tipico in questo caso prevede il posizionamento dei martelli subito dopo il disco, ma non è certo l’unico modello di biotrituratore. I sistemi di ultima generazione hanno raffinato ulteriormente il risultato ottenuto, trasformando i classici residui da 2 o 3 cm in cippato sabbioso grazie all’aggiunta dei setacci. Questo tipo di sistema a vagli è dotato di fori che vanno da un minimo di 8 mm a un massimo di 15.
Se stai cercando un ottimo modo per creare dei pellet direttamente a casa con quello che ti avanza dopo la potatura del frutteto o il giardino, non potrai che puntare su questa tipologia di biotrituratore!
Il rullo
Per poter triturare tronchi o pezzi di legno con diametro superiore ai 10 cm, bisogna far affidamento su un macchinario più potente, più grande e che abbia incorporato un sistema da taglio a rullo o ingranaggio. Quest’ultimo è in grado di triturare i materiali legnosi più spessi, producendo però un grado di affinamento alquanto basso, di soli 4 cm. Ancor di più, questi modelli sono poco adatti a lavorare il fogliame o i rami sottili, faticando persino a creare del pellet.
L’utilizzo in sicurezza del biotrituratore
Come qualsiasi altro macchinario agricolo o per il giardinaggio, anche il biotrituratore ha delle regole precise da seguire per ridurre al massimo il rischio d’incidenti. Come prima cosa, questo strumento dev’essere posizionato in una zona piana, che permetta agli appoggi di essere ben saldi a terra e che non traballino.
Bisogna prestare particolare attenzione al modo in cui vengono introdotti i residui organici all’interno del sistema da taglio, ricordando di non effettuare mai troppa pressione e di non farlo mai a mani nude. È importante indossare dei guanti non solo perché i più inesperti potrebbero rischiare di entrare a contatto con le lame, ma anche perché quando si spezza il legno vi è il rischio che le schegge feriscano la pelle.
Non si dovrebbe mai indossare degli indumenti troppo ampi, degli accessori o della bigiotteria che possa impigliarsi. Ancor di più, è bene eseguire questi lavori in uno spazio sgombero, senza la presenza di animali o bambini. Infine, qualsiasi lavoro di manutenzione o di pulizia dev’essere fatto solo dopo aver spento la macchina e le lame devono essere affilate e sostituite all’occorrenza.
3 consigli per perfezionare il lavoro del biotrituratore
Per usare al meglio un biotrituratore, non è sufficiente seguire solo le regole di sicurezza, bisogna anche prestare attenzione al tipo di materiale che viene introdotto nella macchina. Per essere certi di usare l’apparecchio al meglio, ecco quali sono i 3 consigli essenziali da seguire:
- Non introdurre aghi o foglie nel tuo biotrituratore: a meno che quest’ultimi non siano attaccati a un ramo o un tronco, che possano trascinarli verso il sistema da taglio. Questi residui sono troppo leggeri per seguire da soli il percorso verso le lame, richiederebbero più spinta da parte tua, rischiando persino di ostruire la tramoggia.
- Stai lontano dalle piante troppo fibrose: le foglie troppo flessibili, come quelle di palma o dei fichi d’india, che hanno una struttura simile alle corde, sono più difficili da macinare e rischiano di creare degli intoppi nel sistema da taglio. Va considerata alla pari anche l’aloe vera o qualsiasi altra pianta grassa o gelatinosa, che potrebbe bloccare l’espulsione del residuo tritato.
- Sminuzza solo il legno verde e appena tagliato: lo scopo primario di ogni biotrituratore è quello di smaltire il legno appena potato e non quello già secco. Considerata la poca elasticità di quest’ultimo, non sorprende che se introdotto nel macchinario potrebbe danneggiare le lame o i martelli, accelerando di molto l’usura di ogni componente interna.
Come scegliere il biotrituratore perfetto per te
Stufo di leggere decine di recensioni di prodotti senza però capire qual è il modello perfetto per te? Tranquillo! Seguendo i consigli elencati di seguito saprai come scegliere il biotrituratore adatto al tipo di lavoro che devi svolgere.
1. Valuta attentamente la quantità di materiale da triturare e lo spessore dei pezzi di legno, puntando sul giusto sistema da taglio e la corretta potenza.
2. Non sottovalutare la qualità del composto ottenuto e decidi fin da subito se vuoi utilizzarlo per del composto o solo per creare dei pellet.
3. Se vivi in centro città o sei molto vicino ad altre abitazioni, punta su un biotrituratore più silenzioso, come quello elettrico. In più, controlla sempre il grado di rumorosità prodotto per essere certo di essere in linea con le regole imposte dal tuo Comune.
Ti ricordiamo anche che per preservare a lungo il tuo strumento dovrai effettuare degli interventi di manutenzione e pulizia periodici. Il prezzo d’acquisto è inevitabilmente maggiorato dagli eventuali accessori aggiunti e dalla riparazione o la sostituzione delle componistiche interne.
Il noleggio di biotrituratori: la soluzione economica
Per ridurre al minimo i costi e avere un ampio controllo sul budget di previsione, la soluzione scelta da sempre più imprenditori e agricoltori è il noleggio. Il servizio di easyNoleggio è adatto sia ai professionisti che agli amanti del fai da te, poiché mette a disposizione un team di esperti e un ampio catalogo di prodotti tra cui scegliere.
Il noleggio di macchinari e attrezzature comporta numerosi benefici e vantaggi, tra cui:
- La previsione del costo iniziale che ricopre solo il periodo dell’utilizzo effettivo.
- Puoi ridurre al minimo le spese collegate alla gestione, alla manutenzione e allo stoccaggio del biotrituratore durante i mesi d’inutilizzo.
- Puoi optare tra il ritiro in sede o la consegna a domicilio dei macchinari e gli accessori che ti servono.
- È possibile richiedere il cambio qualora il dispositivo non soddisfa le tue aspettative.
- A differenza dell’acquisto di un bene usato, easyNoleggio ti garantisce il buon funzionamento di ogni strumento presente sul sito ed è disponibile a chiarire ogni dubbio.
Se non hai mai usato un biotrituratore prima d’ora o sei incerto sulla capacità massima o la potenza necessaria per svolgere il tuo lavoro, il noleggio è l’opzione più economica. Grazie all’ampia personalizzazione del servizio, alla facilità d’accesso e alla disponibilità costante, questo servizio ti permetterà di risparmiare tempo e fatica.
Le nostre conclusioni
Il biotrituratore è un ottimo alleato per la trasformazione dei residui vegetali in potenziali risorse per la concimazione del terreno o il riscaldamento della casa. Si tratta di un macchinario unico nel suo genere, che non solo ti permetterà di risparmiare i soldi e il tempo spesi per i trasporti in discarica, ma che renderà la tua attività più ecologica e rispettosa dell’ambiente.
Per saperne di più sulle diverse tipologie di biotrituratori di easyNoleggio o per farti un’idea di quali sono i costi complessivi, non ti resta che dare un’occhiata al nostro sito. Il nostro team è a tua completa disposizione e sempre pronto a renderti il lavoro più semplice!